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Che fine ingloriosa per il “Salinelle”…

E’ il 1997 quando lo stadio “Salinelle”, teatro di mille e più battaglie del Paternò, chiude per essere rimodernato, trasformato in Velodromo e punta diventare uno dei fiori all’occhiello di tutta l’intera provincia. Passa il tempo, i lavori proseguono, la struttura prende forma, l’idea di impianto all’avanguardia c’è tutta e la speranza non solo degli sportivi, ma tutti i paternesi di condividere uno Stadio con S maiuscola, che svolgesse anche le funzioni di velodromo è tangibile. E’ passato qualche anno, la struttura è pronta, quando al momento del collaudo avvengono dei problemi, insomma il collante usato per la pista è stato messo male, questa parte dei lavori vanno rifatti, nasce così un contenzioso tra la Provincia Regionale di Catania, proprietaria dell’impianto e la ditta esecutrice dei lavori e di lì nasce l’odissea del “Salinelle”. Da quel giorno lo stadio non ha visto più pace, smembrato, scarnificato, defenestrato di ogni sua singola parte, da possibile fiore all’occhiello è diventato l’ennesimo esempio di cattedrale nel deserto in Sicilia. Ricovero per extracomunitari, bivacco per i desaparecidos dei giorni nostri, il Velodromo è stato più volte incendiato, e quello di ieri notte è solamente l’ennesimo episodio dello scempio di questa struttura a cui si assiste. Ma qual è la colpa del Salinelle? Perchè tanto odio e astio nei confronti di questo simbolo sportivo della nostra città? Semplice, non ha trovato negli anni il “padrino” politico giusto, l’onorevole regionale capace di imporsi nei tavoli giusti, anche perchè di queste figure la città di Paternò ne ha avuto ben poche, se non recentemente, ma la storia che vi stiamo raccontando riguarda soggetti e scene politiche che durano da quasi 18 anni. La Provincia, proprietaria dell’ente si è dimenticata di questa struttura, purtroppo non rientrava nelle grazie dei propri presidenti, impegnati per lo più alle attività riguardanti i comuni di Grammichele e Bronte…, con la soppressione delle Province, l’ente ritorna al Comune di Paternò, ma aggiungiamo per fare cosa? Con quali soldi questa struttura si doveva sistemare? Oppure, le teorie fantasiose di chi voleva costruirvi all’interno le più disparate ipotesi, erano state prese in considerazione, sul serio? Insomma, la verità è che il “Salinelle” non ha trovato le persone giuste che lo amassero e lo sistemassero, ed oggi tra un incendio e l’altro, è l’emblema del decadimento della nostra società, incapace di recuperare il terreno perduto con la storia e destinata ad un collasso progressivo. Povero “Salinelle”…
