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“Ho paura! Nel nostro call center non ci sono le condizioni di sicurezza.”

Sono queste le parole con cui un’operatrice call center ci ha contattato, e ci ha suggerito di far emergere questa problematica. Lei, assieme ai suoi colleghi ci informa che la situazione nel luogo dove Lei lavora non è del tutto conforme alle ultime disposizioni ministeriali. In pratica, mancano le condizioni igieniche per poter lavorare ed invece di dare un’aspettativa, si suggerisce di mettersi in ferie. Lei stessa ci dichiara: “Lunedì scorso, dopo le prime disposizioni, non è stata presa nessuna precauzione, ognuno occupava le stesse postazioni e nulla era stato fatto, al che sono andata via, perchè non intendevo stare in un ambiente così saturo. Sono quindi andata a casa, e mi hanno fatto segnare un giorno di ferie, quindi martedì non ci sono andata e mercoledì sono tornata. L’unica sola differenza presa, è stata quella di farci sedere un posto sì ed uno no, niente di più. Giovedì stesso cosa, mentre venerdì ci è stata inviata una circolare, in cui l’azienda comunicava che stava cercando di adeguarsi alle normative, ma purtroppo al momento non ci sono mascherine disponibili, né tantomeno i guanti. So per certo che in un’altra azienda del territorio si sono uniformati al decreto e stanno lavorando dotandosi di tutti gli adeguati deterrenti per poter proseguire. In un’altra azienda, hanno provveduto con il lavoro da casa, mentre noi dobbiamo continuare a recarci sul posto di lavoro e accontentarci di quello che c’è… o non c’è! La maggiorparte dei lavoratori ha deciso di restarsi a casa e di prendersi le ferie, ma non tutti lo possono fare. Oggi ci sono stati forniti i guanti, è anche arrivata una pattuglia dei Vigili Urbani, i quali hanno potuto controllare la situazione, accorgendosi che tutti avevamo, sì i guanti, ma non la mascherina. Peraltro, tutto questo avviene dopo il presunto caso della ragazza di Biancavilla, che per fortuna è risultata negativa, e se accadesse di nuovo? Da noi c’è solo la porta d’ingresso, nessuna finestra, un sistema di areazione che immagino da quando non viene revisionato. E’ chiaro che non sono io sola ad avere questo problema, siamo in tanti, quasi tutti a lamentarci, ma non tutti possono mettersi in malattia, altri si spaventano dipendere il posto di lavoro, altri ancora non avendo il contratto a tempo indeterminato sono impossibilitati a restarsi a casa. Diciamo che siamo tutti spaventati ed il bello di tutta questa vicenda è che ci dicono di restarci a casa, di non andare ai centri commerciali, ma lì dentro è peggio dei centri commerciali”. Che dire? Altro da aggiungere, se non che questo call center, fino a quando non riuscirà ad adeguarsi alle normative, dovrebbe restare chiuso, mettendo i propri lavoratori in stand-by, oppure fornendo a tutti la possibilità di fare il telelavoro e quindi operare da casa. Siamo sicuri che il Comune non sta sottovalutando questa situazione, è compito di tutti fare chiarezza!

La segnalazione è comunque scritta senza considerazioni personali, ma vuole semplicemente sottolineare il punto di vista degli operatori, ci arriva però una puntualizzazione da parte di altri operatori del call center operanti nel nostro territorio, i quali ci precisano, che il decreto non impone l’utilizzo delle mascherine quando tra gli operatori c’è distanza di sicurezza, mentre per quanto riguarda le ferie, è lo stesso decreto a suggerire di mettere in ferie chi non se la sente di andare a lavorare.

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Vincenzo Anicito

Esteta, curioso, intrigante, riflessivo, odia gli stereotipi, ama Paternò e il Paternò calcio, il paesaggio al tramonto, il mare d'estate dopo le 19:00 e dormire con il rumore della pioggia

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