
Non basta raccontare, quasi quotidianamente, di rapine, furti, risse, sparatorie e agguati. D’altronde, se non si ha rispetto per se stessi, per la città in cui si vive, si crescono i propri figli, come si potrà mai pretendere il rispetto per gli animali? Di casi eclatanti, avvelenemanti, maltrattamenti e torture ai danni dei randagi potremmo annoverare centinaia e centinaia di episodi che negli ultimi anni si sono susseguiti.
Sembrava ci fosse un attimo di tregua ed invece così non è. Sono le associazioni Cuori Randagi e U.p.a legate ai nomi di Massimo Anicito e Giuseppe Panassidi a lanciare l’ennesimo, disperato annuncio. Siamo fra le contrade San Nicolò e Costiglie, dove nei giorni scorsi sono state rinvenute (per tutto il sentiero che porta sino al fiume) esche avvelenate. Buste con grasso e veleno disseminate ler tutto il territorio, dove molti randagi hanno trovato la morte. I volontari delle associazioni in questione hanno sporto denuncia alla polizia municipale mettendo le forze dell’ordine al corrente di quanti pericoli, attualmente, insistano su quella porzione di territorio.
“Lo sgomento di non aver visto rilanciato l’appello per salvare altri animali da parte di chi sul territorio dovrebbe tutelarli ha creato un solco nella mia anima,ormai invalicabile. Dedico a voi le morti di ieri pomeriggio mentre qualcuno non riteneva reale il mio appello. Che queste morti inutili vi tormentino.” Così scrive Massimo Anicito di Cuori Randagi, in un post su Facebook.