Per chi come il sottoscritto è stato qualche giorno fuori Paternò, staccando completamente la spina dalla realtà locale, sentire la notizia dei fatti di Ucria mi ha fatto sorgere tanti interrogativi. Innanzitutto l’impatto con la notizia è stato di stupore, e subito pensi ma chi è questo che per un parcheggio spara e uccide due persone? La notizia ha delle lacune, e sono molto evidenti, infatti, tranne nel caso in cui si stesse parlando di una persona non sana di mente, chi è questo che di punto in bianco, imbraccia un’arma per sparare a tre persone, uccidendone due per un parcheggio? Lo stupore, vien ben presto soppiantato dalla ragione e qui, pian piano vengono fuori nuove notizie. Innanzitutto c’è la ricostruzione fatta dalle forze dell’ordine, le quali tracciano un quadro decisamente diverso, da quello che era stato fatto capire in precedenza. Infatti, di certo non ci troviamo dinnanzi l’ennesimo squilibrato che imbraccia un’arma per sparare a chicchessia, ma qui si parla di un raid punitivo andato a male; di un ragazzo, che per difendere se stesso e la sua famiglia, in un atto di grande coraggio, riesce a togliere la pistola ai suoi aguzzini e quindi spara addosso a quelli, che erano giunti per fargli la festa! La ricostruzione dei fatti da quello che abbiamo potuto capire ci parla di un villeggiante paternese di nome Salvo Russo, ex macellaio, ed oggi venditore di auto usate, che insieme alla sua famiglia e ai suoi bambini, va ad Ucria a trovare la sorella, qui trascorre piacevolmente le giornate che portano al ferragosto, fino a quando un giorno va a fare la spesa. Ucria non è proprio New York, le stradine sono piccole e anguste, i parcheggi non sono proprio dietro l’angolo, per cui, così come avviene in qualsiasi parte d’Italia, Russo utilizza per qualche minuto uno stallo riservato ai disabili per scaricare la spesa in casa e quindi spostare l’autovettura. Successivamente si scoprirà che il parcheggio per i disabili è posticcio, in pratica è stato creato abusivamente. I “proprietari” dello stallo rivendicano il posto auto, Russo risponde che stava scaricando la spesa, ne nasce un’alterco, che generalmente si esaurisce in pochi istanti, a chi non sarà capitato un episodio del genere? Due chiacchiere e poi tutto ritorna come prima. Ma i fatti di Ucria ci dicono tutt’altro, la sera del 15 agosto, un noto pregiudicato del posto, implicato in più processi per associazione di stampo mafioso ed indicato come il referente del clan di Barcellona pozzo di Gotto a Ucria, tale Antonino Contiguglia, detto Nuccio interviene per risolvere la situazione, portando con sè altre 5 persone, tra cui i nipoti Fabrizio e Salvatore Contiguglia. Il raid punitivo assume dei connotati pericolosi, nel momento in cui la spedizione è supportata da un’arma, in questo caso una pistola, appartenente ai Contiguglia. Salvo Russo, non si sa perchè, scende in strada, si sa che affronta di petto i componenti del raid e con una mossa, probabilmente di karate, riesce ad appropriarsi dell’arma, facendo poi fuoco verso Antonino, Fabrizio e Salvatore Contiguglia e gli altre tre aguzzini. I primi due muoiono, il terzo è ricoverato all’ospedale di Messina, ma non è in pericolo di vita, gli altri 3 di dileguano. Insomma, una banale discussione, si è trasformata in una tragedia. I fatti ci dicono che due persone sono morte, una terza è ferita, una famiglia impaurita si è salvata, Salvo Russo è al momento in carcere e l’opinione pubblica, dopo aver capito i fatti dalle parole degli inquirenti ha cominciato a dividersi sul ritenere questa vicenda Legittima Difesa o Omicidio. Ebbene, pur non conoscendo bene come è avvenuta la situazione, possiamo senza ombra di dubbio dire che chi ha utilizzato il termine “killer”, ha sicuramente fatto un abuso della lingua italiana, per “killer” si intende un professionista pagato per uccidere altre persone. Qui invece ci troviamo, davanti una persona, che ha invece difeso se stesso e la sua famiglia da una fine certa. Sicuramente c’è chi ribadirà una tesi differente da questa, così come chi dirà che la pistola aveva solamente uno scopo intimidatorio, o che il raid punitivo non sarebbe finito con l’uccisione certa di Russo, ma la verità è che tutto questo si poteva evitare col buon senso di tutti e meno atteggiamenti di presunta territorialità da parte di chi ha inscenato tutta questa tragedia. A questo punto, la Giustizia, se è vera giustizia, dovrebbe semmai giudicare se si tratta di Legittima Difesa o di Eccesso di Legittima Difesa e non altro. Dispiace per le persone che per un banale posto auto hanno perso la vita, ma mai come quesa volta, appare evidente che se la siano cercata, presentandosi per giunta in 6 contro 1! Fa bene l’opinione pubblica a interrogarsi su questa vicenda, fa bene la coscienza popolare a prendere una posizione, così come l’amministrazione comunale a schierarsi con un proprio cittadino, ma non perchè paternese, ma bensì perchè, alla luce dei fatti, ritenuto solamente colpevole di aver difeso se stesso e la sua famiglia, ed è per questo che la manifestazione organizzata per il 28 agosto a piazza Umberto alle ore 10:30, non ha colore politico, non è una contrapposizione tra due comunità, ma semplicemente un mezzo per far sentire l’appoggio dei cittadini di Paternò ad un onesto lavoratore, vittima di una situazione pazzesca ed inimmaginabile. A questo punto rispondere al quesito se Salvo Russo è vittima o carnefice, potrebbe sembrare facile, di certo alla luce di quanto emerso, tutta questa tragedia la si poteva evitare, Russo avrebbe anche potuto sparare diversamente, ma parlare dietro un pc è facile, trovarsi in quella situazione è un’altra cosa. Salvo Russo è sicuramente vittima, e se deve subire un processo, è solo per capire se si è trattato di legittima difesa o eccesso di legittima difesa!
Vincenzo Anicito
Esteta, curioso, intrigante, riflessivo, odia gli stereotipi, ama Paternò e il Paternò calcio, il paesaggio al tramonto, il mare d'estate dopo le 19:00 e dormire con il rumore della pioggia
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